Non si vota ogni cinque anni per un Referendum. Ma i nostri paesi sono pieni di Manifesti Elettorali e chiunque, sia uno studente “indigeno” o fuori sede non può fare a meno di trovarsi immerso in un clima generale che cambia radicalmente.
E nei corsi ci chiedono “Ma tu chi voti?”, “Studenti Democratici cosa ne pensa del Referendum sulle Trivelle?” e centinaia di variazioni sul tema.
Ma cosa c’entra il Politecnico di Bari e cosa c’entri tu, ingegnere o architetto in tutto questo?
Molto più di quello che pensi.
Il nostro Politecnico è uno dei poli tecnologici più importanti in Italia. E’ uno dei poli in cui impariamo che esistono svariate decine di energie alternative. E’ quel “luogo di pensamento” in cui fu inventato il Common Rail e in cui speriamo che a breve si possa scoprire qualche altra forma di energia. Il Politecnico di Bari è composto da centinaia di persone, e tutte queste hanno il diritto di avere maggiori attenzioni nei confronti delle dinamiche “larghe” che ci circondano e che possono modificare profondamente la nostra vita, che possono segnare un passo importante alla nostra salute.
Ma quanto può un singolo studente poter pretendere tutto questo?
Qui entra in gioco Studenti Democratici, una voce corale che trasporta i pensieri di centinaia di persone che la costruiscono ogni giorno e che ne rappresenta migliaia.
Siamo qui per fare pesare i pensieri degli studenti ed abbiamo il dovere ed il piacere di farlo.
Noi pensiamo che si debba prendere posizione, senza aspettare nell’ombra che qualcuno decida al posto nostro.
Qualche breve informazione.
Il grafico sottostante riporta anno per anno l’ammontare della produzione di gas naturale dalle 16 concessioni offshore attive in Italia e poste entro le 12 miglia dalla costa: si tratta delle concessioni interessate dal referendum del 17 aprile, alle quali vanno aggiunte altre 9 concessioni attive che hanno chiesto una proroga.
Il primo dato che emerge è che la massima produzione risale al 1998. Da allora si è registrato un costante, vigoroso calo, cosicché oggi la produzione è di circa un quarto del massimo raggiunto 18 anni fa. E in questi anni non mi pare che siamo rimasti al freddo e al buio a nutrirci di carne cruda.
Altrettanto rilevante è che il calo non abbia fatto distinzioni tra periodi in cui il prezzo di mercato del metano era alle stelle e quelli in cui il prezzo è stato basso: sintomo evidente che la riduzione delle estrazioni non è stata una scelta legata alle contingenze del mercato venute meno le quali la tendenza potrebbe invertirsi. Non solo: il grafico è andato in picchiata negli anni 2004-2006, guarda caso quelli in cui in Italia si è registrato il picco del consumo di gas: evidentemente, la produzione da quelle concessioni non è in alcun modo dipesa dai fabbisogni delle famiglie o delle imprese italiane: e perché mai in futuro dovrebbe avere conseguenze?
Le sorprese non finiscono qui: delle 16 concessioni di gas attive, due soltanto coprono circa i 2/3 della produzione, mentre il metano prodotto dalle altre 14 è in quantità minore della franchigia sulle royalties: significa che le compagnie titolari di queste 14 concessioni non pagano nulla allo Stato in cambio della materia prima (che, ricordiamolo, è di proprietà pubblica). Di più: estrarre il metano col contagocce assicura loro anche un altro beneficio: rimandare, rimandare e rimandare l’ingente costo (che è a carico loro) per la dismissione delle piattaforme. Per le 9 concessioni attive in proroga questi fenomeni sono ancora più accentuati: per esse, la proroga non sembra in alcun modo motivata dalla necessità di produrre, ma solo dall’interesse a non dismettere gli impianti.
Il referendum del 17 aprile, ripristinando una scadenza per le concessioni, intende mettere fine a questa pratica assurda, che danneggia gli interessi – anche economici – degli italiani.
Studenti Democratici vi chiede di andare a votare il 17 Aprile e di votare SI.
Vi invitiamo quindi, se condividete il nostro ragionamento, a prendere posizione e a recarvi a votare per non lasciare che altri possano decidere al posto nostro.
Vi invitiamo a votare SI perché il nostro turismo va tutelato e preservato.
Vi invitiamo a votare SI perché chi più di noi sa quanto è importante combattere i mutamenti climatici.
Vi invitiamo a votare SI perché il nostro mare, dal Salento al Gargano, passando per Pane e Pomodoro, è una cosa troppo bella per essere deturpata.
Parlatene con i vostri amici e parenti ed invitateli a fare lo stesso poichè ogni singolo voto fa la differenza.
Andare a votare è importante poichè è il modo migliore per dimostrare che ognuno di noi può dar ancora un contributo a questo paese.
Studenti Democratici
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